Chi, tra i traghettanti dalla Sicilia alla Calabria (o viceversa) non ha mai notato i due enormi tralicci di colore bianco e rosso, praticamente gemelli (nonostante qualche differenza strutturale), che spiccano nei due lati opposti dello stretto? Probabilmente quasi tutti li avranno ammirati almeno una volta, ma qual è (e soprattutto quale è stato) il loro utilizzo? Ripercorriamo un po’ le tappe di questi due colossi, i cosiddetti Piloni, o per qualcuno “Guardiani” dello Stretto.
Il primo è ubicato in terra siciliana, sulla spiaggia di Capo Peloro, a Messina. L’altro in località Santa Trada, sulla riva opposta, a Villa San Giovanni. La loro è una storia che parte da lontano, nel dopoguerra. Nel 1948 infatti, si pensò che la richiesta di energia elettrica in Sicilia diventasse sempre più consistente, e per questo si decise di creare un ponte energetico per rispondere al fabbisogno nell’isola praticamente triplicato rispetto agli anni ’30.
E così nel 1952, la SGES (Società Generale Elettrica della Sicilia) commissionava l’assemblaggio dell’enorme struttura di metallo, i cui pezzi erano stati già realizzati a Milano. Con la nascita dei due gemelli metallici nasceva quindi uno storico collegamento Sicilia-Continente. D’ispirazione tedesca, il modello dei due tralicci fu riadattato per le caratteristiche tipiche dello Stretto di Messina, considerato anche il terribile terremoto e maremoto che distrusse la città nel 1908 e dunque le particolari condizioni geomorfologiche dell’area. Le due torri furono infatti progettate per resistere a un potente terremoto e anche alle temibili raffiche di vento tipiche della zona.
Gli anni a seguire comunque, non furono privi di difficoltà: prima di entrare pienamente in funzione nel 1956, particolarmente dura fu la fase di collegamento dei conduttori: bisognava infatti stenderli senza che andassero in contatto con l’acqua, fu fermato il traffico navale in quel momento e si preferirono tra l’altro cavi in acciaio che fossero più resistenti al vento rispetto a quelli classicamente usati. Ma l’acciaio rispetto ai normali cavi non è un grande conduttore e ciò ridusse, anche per gli elevati costi, la possibilità di trasmissione elettrica. E così, dopo 36 anni di servizio, nel 1992, la trasmissione “aerea” fu soppressa a favore di quella sottomarina, ma i gemelli di ferro non furono abbattuti, per essere utilizzati ad esempio per misurazioni meteorologiche.
Per il Giubileo indetto nel 2000, il comune di Messina dotò il pilone di sua competenza di un impianto di illuminazione artistica, e negli anni successivi il gigante divenne anche attrazione turistica: per un paio di stagioni fu infatti possibile la visita, con relativa scalata dei suoi 1.250 gradini fino al raggiungimento della sua piattaforma più alta, a 225 metri di altezza. E da lì, sicuramente, si gode di una delle più belle viste dello stupendo Stretto che ospita ancora le sue colonne a guardia del mare.
Foto: Wikipedia – Utente ColdShine
Info: bit.ly/2OM36Ja
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